DIGITAL JOURNAL


NON SOLO STREAMING

25 | 07 | 2019

di Lorenzo Sforzini & Enrico Baldini

Il termine streaming nel campo delle telecomunicazioni identifica un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica. Non se ne conosce esattamente la nascita, ma sicuramente è ormai di dominio pubblico e tutti noi almeno una volta ne abbiamo fatto uso, in modo diretto o indiretto. Lo streaming infatti è una componente molto attiva del patrimonio tecnologico mondiale, a tal punto da rivoluzionare l’usabilità e la fruizione di un apparecchio tecnologico che poteva sembrare, fino a pochi anni fa, un mostro sacro inattaccabile come la Televisione.

Fino agli anni ’80, tutte le principali multinazionali investivano fino all’ultimo centesimo nelle pubblicità trasmesse dal nostro fedele amico domestico: la TV era entrata di diritto in tutte le case, passando da un bene “di lusso” di qualche decennio prima, ad apparecchio tecnologico alla portata di tutti. Nessuno avrebbe mai pensato ai quei tempi che, con l’avvento di internet e delle nuove tecnologie, e quindi anche delle tecnologie di streaming, quel mostro sacro potesse piano piano perdere il suo trono.

Perché è questo che ha fatto lo streaming: rivoluzionare le nostre abitudini, abbattere barriere che sembravano invalicabili e soprattutto fornire tutta una serie di informazioni, potenzialità e possibilità che attualmente ci sembrano all’ordine del giorno, ma non sono così scontate. Esaminandolo più nel dettaglio, lo streaming può essere infatti considerato in due modi: Live ed OnDemand.

Lo Streaming Live è simile alla tradizionale trasmissione radio o video in broadcast. Anche in questo caso i dati sono trasmessi utilizzando opportune compressioni per alleggerire il più possibile il carico sulla rete. La compressione dei contenuti introduce nel flusso un ritardo di circa dieci secondi e di solito nel campo dello streaming live questo ritardo non costituisce un problema. I numeri sono ancora lontanissimi da quelli televisivi: l'evento più seguito in diretta streaming nel mondo è stato il concerto del 29 ottobre 2009 degli U2 su YouTube da Pasadena, California, con 2,5 milioni di utenti unici e quasi 10 milioni di connessioni al flusso della diretta. Questi numeri però sono in continua crescita, e danno la possibilità di scoprire dati occulti alle normali comunicazioni televisive, che generalmente misurano il loro share a campioni, e non con dati reali.

L’abbiamo testato sulla nostra pelle quando, il 16 settembre 2018, abbiamo trasmesso in diretta streaming la partita di calcio Avezzano – Cesena, campionato di serie D. Abbiamo registrato 17.832 connessioni uniche: numeri piccoli rispetto ai big match, ma d’altronde il Cesena sfidava l’Avezzano, non il Real Madrid! Ed anche se questo numero può sembrare non troppo significativo, nasconde dentro di sé tanti segreti: ad esempio tramite la piattaforma di streaming utilizzata, abbiamo scoperto che i “seguaci” italiani erano 15.006, che rappresenta non la totalità, ma l’84% delle connessioni. Il restante 16% era suddiviso tra oltre 120 paesi: 341 dagli USA, 180 connessioni dalla Germania, 128 dal Regno Unito, 155 dall’Olanda, passando per le 34 dall’Argentina, le 67 dalla Corea, 18 dalla Ecuador, 17 da Giappone e Svezia... Di questi, siamo stati in grado di conoscere il minutaggio di connessione di ognuno e ben 394 sono stati connessi per almeno 2 ore. Due ore non sono affatto poche, considerando l’evento, la stabilità della connessione, le dimensioni dello schermo con cui lo si guarda e così via.

Lo streaming Live però non è solo questo: è tutto quello che permette di realizzare video conferenze, tramite Skype o altre tecnologie, e connettere visivamente persone da tutti i punti del globo, che fino ad allora necessitavano di aerei, costi e tempi lunghissimi prima di realizzare un incontro vis-à-vis. Oppure dare la possibilità, tramite i social network, di parlare ai propri fedelissimi o riprendere e mostrare a tutti qualcosa che sta accadendo, in tempo reale, ma da tutt’altra parte rispetto a dove si trova l’osservatore finale.

Abbattimento di costi, incremento della visibilità, delle condivisioni in tutti i punti del pianeta e immediatezza di comunicazione: mica poco, se pensiamo che tutto questo non era possibile fino a pochi anni orsono.

L’altra tipologia di Streaming è quella delle piattaforme OnDemand: i contenuti audio/video sono inizialmente compressi e memorizzati su un server come file. Un utente può richiedere al server di inviargli i contenuti audio/video. Non è necessario scaricarli per intero sul PC per poterli riprodurre: i dati ricevuti vengono decompressi dal codec e riprodotti pochi secondi dopo l'inizio della ricezione. Questo ritardo serve a creare un polmone ("buffer" in gergo) per rimediare a latenze o microinterruzioni della rete. La piattaforma OnDemand per eccellenza è sicuramente Youtube, i cui numeri sono impressionanti: Youtube è il terzo sito più visitato al mondo, il secondo motore di ricerca al mondo (preceduto solo da Google) e possiede più di 800 milioni di visitatori unici al mese.

Questo cosa significa? Che è diventata, di fatto, la nuova televisione mondiale. E lo è diventata perché ha saputo cavalcare un’onda tecnologica impressionante, legata ad internet ed ai social network, ma soprattutto causata dall’immobilismo di tanti settori che si credevano inattaccabili. Uno di questi, ad esempio, è il mondo del Cinema: tutte le strutture italiane infatti sono in netta flessione da almeno 2 anni ed anche quello attuale non si appresta ad una inversione di rotta.

Questo perché? Avete mai sentito parlare ad esempio di Netflix? Nasce nel 1997 come attività di noleggio di DVD, e videogiochi. Gli utenti potevano prenotare i dischi via internet, ricevendoli direttamente a casa tramite il servizio postale. Memori della caduta di Blockbuster, pochi anni dopo hanno invertito la rotta e dal 2008 l'azienda ha attivato un servizio di streaming online on demand. Da allora sono presenti in oltre 190 paesi con oltre 200 milioni di utenti unici in tutto il mondo. Ma non solo, sono cresciuti talmente tanto che dal 2013 sono diventati anche una casa di produzione cinematografiche di grandissimo successo. Perché tutto questo? Perché potevano permettersi di lanciare le loro produzioni, a differenza di qualsiasi sala cinematografica, su oltre 200 milioni di utenti che avevano già pagato il biglietto (ovvero, il loro abbonamento), garantendo di fatto il successo a tutte le principali loro produzioni, che hanno ricevuto centinaia di riconoscimenti. Tutto questo, grazie allo streaming.

E’ poi grazie alla diffusione del web, che ha permesso di avere tramite gli smartphone un computer in ogni nostra tasca e grazie allo streaming, questo è diventato anche un televisore, una piattaforma OnDemand e molto di più.

I televisori si stanno di fatto nuovamente adeguando a tutto questo: nel 2022 avremo ufficialmente la tecnologia 5k che permetterà di avere servizi web, streaming e OnDemand in ogni televisore, rivoluzionando sia il palinsesto televisivo classico (non dovremmo più guardare quello che ci viene proposto, ma potremmo sceglierlo come avviene su Netflix e Youtube o, meglio ancora, ci verrà proposto in base alle nostre preferenze), sia le abitudini domestiche di ognuno di noi.

Attenzione, quindi, a sottovalutare lo streaming: è il passato, ma è anche il futuro.


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